Ordinanza della Corte di Cassazione 33507 del 15 novembre 2022

la Suprema Corte di Cassazione si è nuovamente pronunciata su quale debba essere il contenuto motivazionale della cartella di pagamento che intima al contribuente il versamento di interessi sul debito fiscale...

Con l’ordinanza n. 33507/2022 la Suprema Corte di Cassazione si è nuovamente pronunciata su quale debba essere il contenuto motivazionale della cartella di pagamento che intima al contribuente il versamento di interessi sul debito fiscale accertato e, in particolare, se vi rientri anche l’indicazione dei criteri di calcolo e delle percentuali applicate per ogni annualità in base ai tassi via via modificati.

In particolare, nel caso di specie, la Società contribuente con un unico motivo di ricorso denunciava la violazione e falsa applicazione degli artt. 7 della legge n. 212 del 2000 e 25 del d.P.R. n. 602 del 1973 per aver la sentenza impugnata ritenuto legittima una cartella di pagamento priva di una motivazione che ponesse il contribuente nelle condizioni di conoscere la fondatezza della pretesa azionata nei suoi confronti e, eventualmente, di opporsi ad essa in modo consapevole, in ragione della difformità tra le cifre riportate nell’avviso di accertamento e quelle di cui alla cartella di pagamento.

La Suprema Corte, in riforma della sentenza impugnata, ha ritenuto di accogliere il ricorso della Società. Ed infatti, posto che vi è una difformità tra le cifre riportate nell’avviso di accertamento e quelle di cui alla cartella di pagamento e non vi è nella cartella di pagamento un’adeguata spiegazione della determinazione delle somme esposte nella suddetta cartella; posto altresì che la cartella di pagamento avrebbe dovuto spiegare le ragioni per cui le cifre riportate nell’avviso di accertamento abbiano condotto a quelle di cui alla cartella, la quale avrebbe dovuto ad esempio far riferimento agli interessi e/o sanzioni e ai relativi criteri di calcolo, “restando altrimenti disagevole per la parte contribuente contestare il quantum debeatur della pretesa impositiva”, i giudici di legittimità hanno ritenuto fondato il motivo di impugnazione.  

La sentenza in commento si pone in linea con il principio espresso dalla sentenza n. 22281 del 2022 delle Sezioni Unite secondo cui “al fine di soddisfare l’obbligo di motivazione” la cartella di pagamento “deve indicare, oltre all’importo monetario richiesto, la base normativa relativa agli interessi reclamati e la decorrenza dalla quale gli accessori sono dovuti, senza che sia necessaria la specificazione dei singoli saggi periodicamente applicati o delle modalità di calcolo”.

Condividi

News Correlate

Ordinanza della Corte di Cassazione n. 9759 del 11 aprile 2024

Con l’ordinanza n. 9759/2024 la Suprema Corte ha ribadito che la procedura di controllo automatizzato ex art. art. 36-bis del DPR 600/73...

leggi tutto
Agenzia delle Entrate Risposta ad interpello n.91 del 2024

Con la risposta ad interpello n. 91 del 2024 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito il trattamento fiscale delle indennità aggiuntive di fine servizio erogate...

leggi tutto
L’esenzione IMU degli immobili soggetti ad occupazione abusiva

Con la sentenza n. 60 del 5 marzo 2024 la Corte costituzionale ha disposto l’esenzione dal pagamento dell’IMU nelle ipotesi di occupazione abusiva...

leggi tutto